Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/263

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presto s’av^vederebbono i moscoviti quanto importi che il principe abbia la sua zecca di buone e severe leggi munita e da ottimi e fedeli ministri governata.

Li romani, benché a principi tributari ed a cittá confederate variamente permettessero di battere le loro monete, nondimeno nel dominio immediato, anzi in Italia tutta, una sola zecca avevano; e questa nel tempio di Giunone in Roma, come cosa sacra, sotto il governo di tre senatori principalissimi custodivano, i quali «triumviri monetali» si chiamavano. Quel gran re di Taprobana, a cui per fortuna di mare fu trasportato un liberto, cioè Annio Procamo, finanziere de’ dazi del Mar Rosso, a tempo di Claudio imperadore, da’ racconti di questo uomo, che gli narrò la grandezza dell’impero romano, non prese motivo di maraviglia, se non quando vide ed esaminò le monete romane, e le trovò tutte d’una bontá e peso, benché d’impronti diversi, e per conseguenza fatti da piú d’un principe o magistrato; dal che argomentando la giustizia di si grandi monarchi, mosso però da disiderio d’averne amicizia, mandò a Roma quella solenne ambasciata, che Plinio diffusamente racconta al capitolo 22 del sesto libro. Carlo magno in tutto il suo imperio una sola zecca volle, e questa costituí nel suo proprio palazzo: tanto importante stimava il ben custodire le leggi e gli ordini delle sue monete, sulle quali la fede pubblica di tutto l’umano commercio s’appoggia. Anche i turchi modernamente, sebbene per molte cittá e in molti regni battono monete d’argento, cioè a dire aspri e pacasi, che sono le loro monete minute, nondimeno non hanno zecca per battere oro, fuorché una sola nel Cairo, ove battono li scheriffi o siano sultanini, qualche poco inferiori di bontá al zecchino di Venezia, ma per lo piú eguali o anche migliori degli ongari d’Allemagna. Ed invero, se molte zecche avessero, interverrebbe loro anche ne’ scheriffi ciò che accade negli aspri: che, battuti in piú luoghi, sono falsificati o ridotti a lega peggiore, non essendo facile convincer qual bassa gli abbia battuti, mentre sono tutti collo stesso impronto; laddove a quello del Cairo, per essere solo a batter oro, toccherebbe render conto, se si trovassero sultanini di non intiera bontá.