Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/312

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<lelle monete che crescono di valore, non potutosi contenere a quel prezzo, restò però in uso di pagare sei lire e quattro soldi in luogo di un ducato di debito vecchio; e, comeché li contratti e scritture erano tutte concepite a ducati da 6.4, seguitò a parlarsi e contrattarsi a ducati da 6.4: onde questo tal ducato restò immaginario, salendo frattanto a maggiori valute il zecchino, sicché al presente egli vale piú di tre ducati. Nello stesso modo fu altre volte battuto il ducato di Santa Giustina, per memoria della gran vittoria contro de’ turchi alle Curzolari, ed era d’argento, valutato sei lire e quattro soldi; ma esso ha lasciato ancora il ducato immaginario nel suo valore ed è salito cosi bene in alto, che oggidi vien detto non piú «ducato», ma «ducatene», e corre in commercio sino a nove lire. Ed il nuovo ducato pure veneto, che fu battuto dal 1665 in qua, insieme con le lire pure d’argento, al valore quello di 6.4, e queste di una lira, affine che non restassero immaginari questi nomi di «lira» e «ducato», ma si mantenessero nel loro primo valore, insieme con l’altre monete hanno rotte le catene delle pubbliche leggi, e sono salite, benché sinora senza pubblica approvazione, il ducato a 6.10, e le lire a 21 soldo poco staranno a giungere. Nello stesso modo corre in Padova uno scudo immaginario ne’ contratti de’ cavalli, buoi ed altri animali, valutato sette lire di moneta veneta (benché i forestieri, per maggior loro facilitá sulle fiere, piú volentieri parlino a doppie d’oro), e questo scudo immaginario non muta giammai numero da quelle sette lire, vadano come vogliono co’ suoi accrescimenti le monete vere d’oro e d’argento. Cosi in Modona lo scudo da 5.3, in Bologna lo scudo da 4, in Mantova da 6, e cosi in molti altri paesi altri scudi, che sono del tutto immaginari; dal che nasce poi che, quando le vere valute delle monete d’oro e d’argento ricevono alterazione, valutandosi piú del solito in questa immaginaria moneta, si confondono insieme seco le valute delle cose vendibili e i contratti vecchi e nuovi, con perpetuo incomodo e pregiudizio pubblico e de’ privati.