Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/342

Da Wikisource.

Stessi che le hanno battute, ne manderanno la maggior quantitá che potranno, a baratto di quelle del paese, che in paritá di prezzo contengono maggior quantitá di metallo fino?

Non bastarono i tesori d’Atabalipa e di Montezuma e le continue ricchissime flotte del Perú, del Messico e d’altri si vasti regni d’America, che furono di nuovo portati nella Spagna, per supplire alle magnanime spese di Carlo quinto, che nelle tante e moltiplici guerre, ch’egli fece e sostenne in sua vita, disperse piú tesori di quello sapesse a lui portare la fortuna, onde ardirei quasi dire oltrapassasse quelle d’ogn’ altro imperadore, mentre poco meno che esausto lasciò l’erario, allorché cesse ad altri le redini de’ suoi regni. Erano, dico, si grandi le sue spese, si vasti i suoi disegni, che, non bastandogli le antiche e nuove rendite di tanta parte ch’ei possedeva del mondo, pensò far nuovo guadagno sulle monete; e del 1540 lo scudo d’oro di Castiglia, Valenza ed Aragona, che prima batteva del pari con li ducati d’oro veneziani, fiorentini, senesi, ongari ed altri, che erano allora di tutta bontá di 24 caratti o poco meno, ridusse a bontá di caratti 21 soldi 18, che a conto veneto si direbbe «.pezo 108 per marca», e ne diminuí eziandio di tre grani il peso, nel modo che tutt’oggi vediamo le mezze doppie di Spagna, non altro volendo dire una doppia che una moneta da due scudi d’oro o sia un doppio scudo d’oro. Ma, veduto dagli altri principi lo svario di queste nuove monete, e ben conoscendo che, se admettevano le mezze doppie di Carlo quinto al pari de* zecchini veneziani e fiorentini, si tiravano addosso un danno irreparabile, perché sarebbono stati portati fuora de’ loro Stati gli scudi d’oro buoni ed introdotti gli altri di minor peso e bontá, risolsero d’imitarle. Ed allora fu che il pontefice e gli altri potentati quasi’ tutti d’Italia cominciarono a battere li loro scudi d’oro, doppie e doppioni di bontá inferiore non solo a’ primi, ma a que’ stessi di Carlo quinto; e la corte romana, per isfuggire il pregiudizio che portava alle sue entrate la diminuzione dello scudo d’oro, ha ritenuto dipoi il costume di valutare lo scudo d’oro di Camera un paolo piú dello scudo d’oro corrente o sia della mezza doppia.