Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/363

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ne’ paesi confinanti. Dunque lo patiranno i sudditi; e, se questo è, dunque ne patirá il principe stesso, pregiudizio del quale è sempre ogni danno de’ suoi popoli. Che però questo solo argomento dovrebbe bastare a far bene aprir gli occhi a’ principi e loro ministri in ogni incontro di proposizioni di tal sorte; e tanto piú, quanto grasso (come suol dirsi) è il partito.

Bella cosa pareva a prima vista ad alcuni in Milano, del 1674, il partito che proponeva un tale, di cui sebbene ho veduto il nome in scritture stampate, nondimeno non ho necessitá di narrar altro che il fatto. Rappresentava questo i disordini delle monete di quello Stato, nel quale era introdotto l’uso delle doppie scarse di molti grani per buone, da cui nasceva l’alzamento delle buone, non meno che delle monete d’argento. Adduceva per causa potentissima di questi disordini la gran copia di monete basse, sesini, quattrini e parpaiole, fra le quali ne correva quantitá grande di false, e portava il calcolo che delle battute nella zecca regia montavano li soli sesini e quattrini a lire 1.668.342; che veramente è una somma esorbitantissima, per quanto sia grande e mercantile lo Stato di Milano. Perché in certe scritture, corse giá tempo in Roma sopra queste materie, ho veduto essere stato ventilato da una congregazione di prelati e cardinali, fra le altre cose, se per sesini di Bologna, Ferrara, Roma bastassero 35 mila scudi ; e trovo che il zecchiero di Roma in que’ tempi, che fu sotto Innocenzo decimo, era obbligato non batter di tal moneta altro che 200 scudi all’anno, per supplemento a quella che andava mancando. Pure, sia come si voglia, era grande al certo la quantitá de’ sesini, quattrini e parpaiole nello Stato di Milano, moltiplicate eziandio da’ falsari. Proponeva adunque il partitante di abolire la moneta bassa, lasciandone solo picciola quantitá, offerendosi di ritirarla egli a tutto suo danno, pagando le buone di quella zecca a quel prezzo che correvano, senza che chi le portava vi dovesse patir alcun danno, e dandogli in pagamento monete buone d’argento da farsi, e pagar anco le false a prezzo di rame. Ed ecco un gran zelo per utile de’ popoli, a’ quali veniva restituita in buona valuta la cattiva moneta. E, perché correvano le doppie scarse,

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