Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/407

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Capitolo II. Delle cause accidentali e accidenti propri . . pag. 154

> III. Dell’accidenti communi» ivi

» IV. Dell’accidente commune della qualitá delle genti» 157

» V. Dell’accidente commune del trafico grande .» 158

» VI. Dell’accidente commune della provisione di colui

che governa» 160

» VII. Che non vi siano altre cause delle predette .» 163 » VIII. Comparazione della cittá di Napoli con la cittá di Venezia e Genoa a rispetto delli predetti

accidenti» ivi

» IX. Condizioni della cittá di Napoli e Venezia per

l’effetto predetto» 164

» X. Come, non obstante le condizioni predette, Ve nezia abbonda d’oro e argento, e perché .» 166 » XI. Come, stante le condizioni di Napoli, sia quella

povera di oro e argento» 170

» XII. Comparazione di Napoli con l’altre cittá d’Italia» 176

Parte seconda:

Proemio» 177

Capitolo I. Se la bassezza o altezza del cambio della piazza di Napoli con l’altre piazze d’Italia sia o possa essere causa dell’abbondanza o penuria di moneta nel Regno» 178

» II. Se, essendo vera l’esperienza che dice, séquiti conclusione vera, che il cambio basso faccia abbondare e l’alto impoverire» 183

» III. Se è vera la esperienza detta di sopra ...» 185

» IV. Se è vera la ragione che il cambio alto dia guadagno a chi vuol portare denari in Regno per cambio e non in contanti, e per tal rispetto non vengano contanti» 189

» V. Delle prime ragioni e consequenze che deduce

dalla altezza e bassezza del cambio, con le cause che non fanno essere denari in Regno» 192

■» VI. Della provisione consultata farsi per l’abbondanza

di denari in Regno» 193

» VII. Se gli effetti, che dice dover produrre la provisione predetta, siano veri» 194

» Vili. Del hanno fatto dal signore conte d’ Olivares sopra

il bassare del cambio» 196

» IX. Se la prò visione o pragmatica predetta di bassare il cambio possea essere impedita da altri prencipi d’Italia» ivi