Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/83

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Si mostra in questa tavola, sotto nome di «■ brutto», che la quantitá dell’argento e del rame, uniti, delle dette sei sorti di monete date per essempio era in tutto di libre 361 once 11 denari 12, cioè l’argento era libre 66 ed il rame libre 295 once II denari 12, e come in essa. Ma qui avvertir si dee che, detratte e levate le dette libre 11, over le giá dette once 132 di fino argento a sorte per sorte di esse monete, vi sopravanzano, in tutta somma, rotti di detto argento, che importano once 80 denari zero grani 9 ’/s, e de’ quali se ne fará particolar menzione a sorte per sorte nella tavola sopra ciò fatta nel capitolo xLi. Il qual argento di rotti, in quanto al peso, vien compreso nel peso del suddetto rame. E ciò ho descritto solo per mostrare il giusto peso del fino argento e del rame, ch’in dette monete entrava.

CAPITOLO XL

Che non si dispenserá piú alcuna quantitá di rame in far danari, anzi elle si estraerá di quello eh’ è in opera.

Giá si è mostrato con i detti essempi quanto rame si ponga in opera; e non è dubbio che, continovando gli ordini delle zeche che sono stati sinora usati, se ne adopererá ancora piú. Ma, osservando la forma e regola del Discorso, si cercherebbe di lavorare quasi sempre di otto in undeci leghe, ed anco di legare gli argenti bassi con altri argenti fini ; e ciò per pagar meno per conto delle fatture, ed anco per non far spesa alcuna in affinarli. Si fonderanno in progresso di tempo alcune monete giá fatte, nelle quali nel tassarle vi saranno rotti vantaggiosi, e particolarmente nell’arte degli orefici per far opere e lavori d’argento ed anco de’ dorati; quali, dopo che saranno antichi o rotti, e massimamente i dorati, giungeranno al ceneraccio, dal quale ne verrá poi cavato il rame, che adoprar si potrá in far lavori di getto, quandoché non si volesse affinare. E detti orefici ed altri, che vorranno far alcuna sorte di opere di argenteria, si serviranno piú volontieri delle monete suddette e