Pagina:Edipo Coloneo.djvu/107

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ATTO IV. SCENA II. 107

Pietà giustizia e fede; e te ne mostro
Nelle parole il grato animo mio.
Sì, tel ridico, il mio felice stato,
Vien dà te non altronde. Ora mi porgi
La mano, o Re, ch’io la ti stringa, e baci,
Se di tanto mi degni, a te la fronte.
Ma che mai dissi? Io nato alle sventure
Un capo toccherò, cui macchia nulla
Di sventure contamina? No, tanto
Non oserò: chè sol cogli infelici
Dee divider gli affanni un infelice.
Sii pur tu sempre avventurato, e come
Festi fin or, di mia misera vita
Custodisci gli avanzi.
teseo.
 Se la gioja
Di riveder le figlie ti fè seco
Prima che meco favellar, non io
Meraviglia ne prendo, o men richiamo.
Bella coll’opre, e non colle parole