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elementi di economia pubblica. 243

alla crescente luce di questo secolo svaniscono anche dalle menti le più credule e prevenute; ma qual cieca confidenza non si ha talvolta alle più vili feminucce, a uomini erranti e però sempre sospetti, che erbe ed empiastri ci offrono da ogni parte? La mano risoluta del legislatore deve annichilare sì fatte imposture, di cui tanti funesti effetti si sono veduti e per cui tante vittime si sono sacrificate da sè medesime alla trepida loro credulità. A quanti errori e a quanta ignoranza non era una volta esposta l’epoca la più pericolosa per due persone, cioè quella del nascimento d’un uomo? Una delle più saggie provvidenze, che si sian date nel nostro paese, si è quella di dare un’istruzione particolare e regolare e ragionata alle levatrici, che prima ad una cieca consuetudine erano abbandonate.

A quale incuria ed a quali pregiudizj la tenera infanzia non è assoggettata? Il rinchiudere i bambini ed il soffocarli in un inelastico calore, che opprime, appassisce e ne discioglie la ancora imperfetta organizzazione, e privarli dell’aria libera ed elastica, elemento sviluppatore ed animatore dei corpi viventi: l’imprigionare i loro corpicciuoli fra le fasce, che all’espansiva forza del loro accrescimento pongono un limite: il rinchiuderli e serrarli fra quei rigidi inviluppi che chiamansi busti, che le belle forme naturali viziano, e disturbano quel moto d’inquietudine che i fanciulli hanno dalla provvida natura ricevuto, per cui i muscoli tutti crescono di forza, di duttilità e di pieghevolezza: l’alienare dal proprio seno, e dall’inimitabile vigilanza materna sottrarre i pargoletti, che ad un mercenario amore si consegnano; tutti questi errori e pregiudizj, con un grosso numero d’altri, hanno già esercitata la penna dei più illuminati filosofi, e qui basta l’averli accennati e certamente invano, perchè la luce ancor vacillante della scienza, la voce ancor fiacca e tremante della ragione, le scosse interrotte dell’eloquenza non bastano a disciogliere il glutine della consuetudine e della prevenzione.

36. Le cause morali poi della spopolazione sono molto più numerose e difficili a togliersi. Nei mali morali è ben raro che si rimonti alle cagioni, le quali stanno inviluppate