Pagina:Elogio della pazzia.djvu/162

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della pazzia 149

gole della rettorica prescrivono di risvegliare a quando a quando gli uditori con qualche lepido scherzo, si studiano anch’essi di motteggiare: ma oh Dio come vi riescono a maraviglia! Il fanno proprio come l’asino della favola, quando voleva suonar la lira. Anche questi cani della Chiesa sanno mordere talvolta, ma però senza far male; cosicchè sembrano piuttosto vellicare che ferire. Allorquando poi affettano una grande libertà apostolica, scatenandosi contro i vizj ed i cattivi costumi, è allora appunto che spiegano la maggior adulazione. Predicano finalmente come i ciarlatani; e voi giurereste che questi, sebbene conoscano assai più de’ frati il cuore umano, abbiano imparata dai medesimi l’arte loro: anzi si scopre tanta rassomiglianza nella loro declamazione, che bisogna dire, o che i ciarlatani hanno imparata la rettorica dai nostri predicatori, o che i nostri predicatori hanno studiata l’eloquenza dai ciarlatani.

Con tutto ciò non mancano mai di uditori, ed io stessa sono quella che ha cura di farne ad essi capitare. Vi sono perfino alcuni, che gli ammirano al pari dei Demosteni e dei Ciceroni. Coloro che più di tutti concorrono ad udirli, sono le femminucce, ed i mercanti, di cui i buoni predicatori procurano specialmente di cattivarsi l’affetto. I mercadanti, purchè siano adulati e giustificati, fan loro parte volontieri d’una porzione dei beni mal acquistati, poichè risguardano questi donativi come una specie di restituzione. Le donne poi hanno diversi motivi segreti di amare i religiosi quando anche non fosse perchè trovano in essi un balsamo ed uno sfogo contro i disgusti e la nausea del nodo coniugale. Parmi d’avervi abbastanza dimostrato quanto mi siano debitrici queste teste incappucciate, le quali