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xiv Introduzione


assai lontano dal villaggio, errante attraverso i boschi, rotto dalla stanchezza, coi vestiti e le scarpe a brandelli, senza che sapesse dire perchè e come si trovasse così lontano da casa.

Non gli piaceva di giocar con gli altri fanciulli del villaggio. Camminava sempre solo e a piedi. Quando incontrava qualcuno dei fratelli che si divertivano a percorrere in lungo e in largo la tenuta a cavallo, rideva e li metteva in ridicolo. Nelle sue passeggiate prendeva sempre con sè qualche libro, camminava alla ventura percorrendo chilometri e chilometri senza ricordarsi di mangiare. Due o tre ciambelle del resto gli bastavano per giorni interi. Amava soprattutto i boschi, e l’estate non dormiva mai a casa, ma nei fienili, sotto le tettoie delle case dei contadini, e, spesso, nei boschi dei dintorni, che percorreva in lungo e in largo.

Fu, si può dir tutta la sua vita, un cattivo scolaro, o, per dir meglio, uno scolaro insofferente della disciplina; intelligente sì, studioso, ma ineguale e soprattutto irregolare.

A otto anni fuggì la prima volta dalla scuola di Cernăuți. Nulla di strano, visto che la padrona di casa gli faceva mancar da mangiare e che soffriva, così piccolo com’era, di star lontano dalla mamma.

Non c’è ragione perciò di pensar come fa lo Zaharia1 ad un automatismo ambulatorio e tanto meno ad

  1. N. Zaharia, Mihail Eminescu, Vieața și opera sa. București, Ionescu, 1912, pp. 51 sgg. Malgrado ciò, il volume dello Zaharia rimane pur sempre l’unico tentativo di monografia completa sul grande poeta rumeno, ed è una fonte preziosa d’informazione anche per l’accurata bibliografia di cui l’ha corredato. È proprio un peccato che le teorie lombrosiane lo abbiano troppo spesso tratto fuori di strada! Sappiamo che ne prepara una nuova edizione notevolmente accresciuta e migliorata e colla bibliografia messa al corrente degli ultimi studi. [L’ha poi pubblicata (București, Socec, 1923) e ad essa — vedi la Nota Bibliografica — ci rife-