Pagina:Eminescu - Poesie, 1927.djvu/231

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Note 153


guardasse ai vetri su cui batteva la luna, solo Lei non capiva. Ma Eminescu non si stancò e seguitò a passar per quella via e a guardare a quelle finestre per vedere “l' immagine adorata in eterno”, finché un giorno la bionda fanciulla scese in fretta dalla sua veranda, e arrossendo d’amore, permise al suo adoratore di guardarla nel fondo degli occhi “con occhi pagani, pieni di stravizio ”. E in un attimo Eminescu amò più che in un secolo! Ma la donna è incostante e l’amore non possiede parole bas te voli a legar per l’eternità due cuori diversi. L’ideale biondo, per cui Eminescu sofferse tanto crudelmente e per cui rese immortali “i pioppi dispari” era una pratica ragazza borghese, che alla prima richiesta di matrimonio offerse la mano e la dote a un salumaio prosaico, ma ricco. Così si legge nell' Adevărul del 17 ottobre 1911. Altri invece (cfr. N. Petraşcu, Scriitori români contimporani. Bucureşti, 1898, I, 22-23) ci parla d’un’altra donna, questa volta di Bucarest che avrebbe abitato anch’essa una casa con davanti dei pioppi (non c’è quasi casa in Rumania che non abbia accanto, giganti vigili, dei pioppi!) e che Eminescu avrebbe conosciuto da vicino. Si tratterebbe di una signora P., donna piacente più che bella, che possedeva però una voce angelica, argentina, fresca come il mormorar d’una polla e che parlava con molta eleganza il rumeno. La cronologia non è stata chiamata a risolvere il piccolo indovinello, d’altronde privo d’importanza. Sta il fatto che la poesia fu pubblicata nel fascicolo di febbraio 1884 delle Convorbiri e che dovette essere scritta prima del 28 giugno dell’anno precedente, data del primo accesso di pazzia, e cioè quando Eminescu era a Bucarest e col] ab or a va al Tempo.

LVII. - Perchè non vieni.

Imitata da una poesia popolare ungherese:

Hula levél, szàl a madar,
     Itt az ösz.

Galambom a Kebelemre
     Mért nemjösz?

E cioè: Cade la foglia, se ne vanno gli uccelli, l’autunno, è qui. Uccellino, fra le mie braccia perchè non vieni?.

È, con Accanto ai pioppi dispari, la più popolare delle poesie di Eminescu, più volte musicata e impressionante, quando, verso il tramonto, s’ode ancora cantare da un vecchio organetto di Barberia