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solite proteste, e rivolta specialmente contro il nuovo Codice penale e contro la legge sulle Opere pie, enciclica che lasciò, come suol dirsi, il tempo che trovava, ma che fu discussa più nei giornali stranieri che nei nostri.

Per fare omaggio al Pontefice venne in Roma nel novembre il generale Charette, il paladino del potere temporale, insieme con la sua famiglia e con la giovine principessa Elena d’Orléans, la quale già dimostrava quelle tendenze religiose, che poi la spinsero a intraprendere il pellegrinaggio in Terra Santa.

Un altro cardinale, uno dei membri più illuminati del Sacro Collegio, venne a morire a Roma. Alludo al Hergenroether, creato cardinale da Leone XIII, e al quale furono fatti solenni funerali nella chiesa teutonica dell’Anima.

Per i lavori del Tevere fu chiuso sul principio dell’inverno il porto di Ripetta, e così spari un’altra delle cose caratteristiche di Roma. I barconi dovettero da quel tempo ancorarsi alla Passeggiata di Ripetta.

La Casa Reale aveva costruito un palazzo in via Venti Settembre per trasportarvi il suo ministero, che era prima in via della Dataria; il nuovo edifizio fu adibito all’uso cui era destinato prima che l’anno spirasse.

Il ministro dei lavori pubblici, on. Finali, in seguito alla legge per Roma, che era andata in vigore, dovè ordinare un nuovo ufficio tecnico-governativo dal quale dipendevano i lavori assunti dallo Stato e quelli compilati dal Comune per la prosecuzione del piano regolatore. A dirigerlo pose il comm. Vivaldi, funzionario non tecnico, ma intelligente e operoso. Però da quali meschini criterii rispetto a Roma fosse guidato il ministro, lo dissero subito, e con evidenza, le somme che egli stanziò per i lavori della capitale. Per l’esercizio in corso assegnò un milione, per quello 1891-92 due milioni e mezzo.

Il regio commissario del Comune continuava pure a introdurre economie nel bilancio, e la conseguenza di quelle economie fu la soppressione dell’ufficio del gabinetto del Sindaco, che era diretto dal cav. Colombo. Quell’ufficio aveva quasi la stessa importanza del gabinetto del Presidente del Consiglio. I molti impiegati furono distribuiti nelle diverse sezioni degli uffici municipali, e con quella misura venne scemato il fasto che circondava l’ultimo sindaco di Roma.

Il palazzo delle Belle Arti accolse in autunno l’esposizione didattica dei lavori delle scuole annesse ai musei artistico-industriali del Regno. Avevala ordinata il prof. Ojetti, per incarico del ministro Luigi Miceli, il quale volle inaugurarla. La mostra riusci bella e si vide come ogni museo coltivasse l’indirizzo industriale e artistico della regione che rappresentava. Vi concorsero gl’istituti di Roma, Napoli, Palermo, Firenze, Torino, Milano e Venezia. L’esposizione fu seguita da un congresso di direttori, ai quali il ministro Miceli, terminati i lavori, offrì un banchetto.

Ho già accennato alla fuga dell’avv. di Legge, cassiere del manicomio. La commissione nominata dall’on. Finocchiaro-Aprile per esaminare le condizioni economiche degli ospedali potè accertarsi che le sottrazioni al manicomio erano molto maggiori di quello che si era creduto in principio e che ammontavano a 442,000 lire. Fu stabilita allora una inchiesta severa sulla gestione di tutti gli ospedali, e il senatore Tommassini, in base alla nuova legge comunale e provinciale, come amministratore di corpi morali, fu ritenuto responsabile della sottrazione.

L’on. Boselli, al quale è stata sempre a cuore l’istruzione della donna, e temendo che molte famiglie fossero trattenute dal far seguire alle loro figlie gli studi classici, appunto per non inviarle nelle classi frequentate dai maschi, istituì, annesso all’«Ennio Quirino Visconti», un ginnasio fem-