Pagina:Eneide (Caro).djvu/237

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196 l’eneide. [45-69]

45Di quella che ne serba il caro Aceste,
E l’ossa accoglie del buon padre mio?
     Così vòlti a levante, e preso in poppa
Il vento e ’l flutto, a tutta vela il golfo
Correndo, fur subitamente a proda
50De l’amica riviera. Avea di cima
Visto d’un monte il cacciatore Aceste
Venir la frigia armata: onde in un tempo
Fu con essi a la riva; e rincontrolli
Allegramente, sì com’era incólto,
55Di dardi armato e d’irta pelle cinto
Di libic’orso, umano insieme e rozzo,
De la troiana Egesta e di Criniso
Fiume onorato figlio. Ei degli antichi
Suoi parenti membrando, con gioioso
60Volto, se ben con rustico apparecchio,
Gl’invita, gli riceve e gli consola.
     Era de l’altro dì l’aurora e ’l sole
Già fuor de l’onde, allor che ’l frigio duce,
Convocati i suoi tutti, alto in un greppo
65Posto in mezzo di lor così lor disse:
     Generosi e magnanimi Troiani,
Degna prole di Dardano e del cielo,
Questa è l’amica terra, ove oggi è l’anno
Ch’a le sante ossa del mio padre Anchise


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