Vai al contenuto

Pagina:Eneide (Caro).djvu/61

Da Wikisource.
20 l’eneide. [458-482]

De la casa di Assáraco saranno.
Di questa gente, e de la Iulia stirpe,
460Che da quel primo Iulo il nome ha preso,
Cesare nascerà, di cui l’impero
E la gloria fia tal, che per confine
L’uno avrà l’Oceáno, e l’altra il cielo.
Questi, già vinto il tutto, poi che onusto
465De le spoglie sarà de l’Orïente,
Anch’egli avrà da te qui seggio eterno,
E là giù fra’ mortali incensi e voti.
L’aspro secolo allor, l’armi deposte,
Si farà mite. Allor la santa Vesta,
470E la candida Fede e ’l buon Quirino
Col frate Remo il mondo in cura avranno.
Allor con salde e ben ferrate sbarre
De la guerra saran le porte chiuse:
E dentro infra la rugine sepolto,
475Con cento nodi incatenato e stretto
Gran tempo si starà l’empio Furore;
E rabbioso fremendo orribilmente,
Con fuoco a gli occhi e bava e sangue ai denti
Morderà l’armi e le catene indarno.
     480Così detto, spedì tosto da l’alto
Di Maia il figlio a far sì ch’a’ Troiani
Fosse Cartago e il suo paese amico,


[284-299]