Pagina:Eneide (Caro).djvu/74

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[783-807] libro i. 33

Paion pregar divotamente afflitte
Perdono e pace; ed ella irata e fera,
785Volte le luci a terra e ’l tergo a loro,
Mostra fastidio di mirarle e sdegno.
Vede il misero Ettòr che già tre volte
Tratto era d’Ilio a la muraglia intorno.
Vede il padre più misero, ch’in forza
790Del dispietato e suo nimico Achille,
Oro in premio gli dà del suo cadavero;
Spettacolo crudel che gli trafigge
Profondamente e più d’ogn’altro il core,
Ove il carro, gli arnesi e ’l corpo stesso
795Vede d’un tanto amico, ed un re tale,
Che solo e disarmato e supplichevole
Stassi a l’ucciditor del figlio avanti.
     Vi riconobbe ancor sè stesso, ov’era
A dura mischia incontro a’ greci eroi.
800Riconobbe lo stuol che d’Orïente
Addusse de l’Aurora il negro figlio:
E lui raffigurò, che di Vulcano
Avea lo sbergo e l’armatura in dosso.
     Scorge d’altronde di lunati scudi
805Guidar Pentesilèa l’armate schiere
De l’Amazzoni sue: guerriera ardita,
Che succinta, e ristretta in fregio d’oro

Caro. — 3. [481-492]