Pagina:Eneide (Caro).djvu/75

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34 l’eneide. [808-832]

L’adusta mamma, ardente e furïosa
Tra mille e mille, ancor che donna e vergine,
810Di qual sia cavalier non teme intoppo.
     Stava da tante meraviglie ad una
Sola vista ristretto, attento e fiso
Enea pien di vaghezza e di stupore:
Quand’ecco la regina, accompagnata
815Da real corte, con real contegno
Entro al tempio bellissima comparve
Qual su le ripe de l’Eurota suole,
O ne’ gioghi di Cinto, allor Dïana
Ch’a l’Orèadi sue la caccia indíce,
820A mille che le fan cerchio d’intorno,
Divisar vari offici, e faretrata,
Da la faretra in su gir sovra l’altre
Neglettamente altera, onde a Latona
S’intenerisce per dolcezza il core;
825Tale era Dido, e tal per mezzo a’ suoi
Se ne gía lieta, e dava ordine e forma
Al nuovo regno, ai magisteri, a l’opre.
     Giunta al cospetto de la Diva, in mezzo
De la maggior tribuna, in alto assisa,
830Cinta d’armati, in maestà si pose:
E mentre con dolcezza editti e leggi
Porge a la gente, e con egual compenso


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