Pagina:Eneide (Caro).djvu/76

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[833-857] libro i. 35

L’opre distribuisce e le fatiche;
Rivolgendosi Enea, nel tempio stesso
835Vede da gran concorso attorneggiati
Entrar Sergesto, Anteo, Cloanto e gli altri
Troiani, che da sè disgiunti e sparsi
Avea dianzi del mar l’aspra tempesta.
Stupor, timor, letizia, tenerezza
840E disio d’abbracciarli e di mostrarsi
Assaliro in un tempo Acate e lui.
Ma, dubii del successo, entro la nube
Dissimulando se ne stero, e cheti,
Per ritrar che seguisse e che seguito
845Fosse già de le navi e de’ compagni,
Di cui questi eran primi e gli più scelti
Di ciascun legno. E già pieno era il tempio
Di tumulto e di voti ch’altamente
Si sentian vènia risonare e pace.
     850Poichè furo entromessi, e ch’udïenza
Fur lor concessa, il saggio Ilïoneo
Prese umilmente in cotal guisa a dire:
     Sacra Regina, a cui dal cielo è dato
Fondar nuova cittade, e con giustizia
855Por freno a gente indomita e superba,
Noi miseri Troiani, a tutti i venti,
A tutti i mari omai ludibrio e scherno,


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