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i problemi della logica 99


Si trovano generalmente, in ogni teoria deduttiva, due specie di definizioni: quelle che servono a stabilire i concetti fondamentali sono considerate come reali, quelle che s’introducono strada facendo sono dette definizioni nominali.

Ora le definizioni reali non hanno altro ufficio che di richiamare, in una formula concisa, alcune delle proprietà, note o supposte, dei concetti, alle quali bisogna aggiungere il più spesso altre ipotesi o affermazioni esplicite; ed in questo senso non si può disconoscere la loro importanza. Ma quando, in luogo di attribuir loro il valore di semplici descrizioni, si denominano col titolo di definizioni, nasce il pericolo di fissare l’attenzione sopra un legame formale delle idee riguardate in un aspetto particolare, anzichè sul loro significato reale, e di mantenere l’illusione che una spiegazione di parole possa sostituire un insieme di osservazioni e di esperienze, aventi come scopo di determinare codesto significato.

Diremo dunque che la definizione reale non è una definizione logica, ma soltanto una definizione psicologica, cioè un modo di far sorgere un certo concetto nella mente altrui, per mezzo di immagini opportunamente rievocate ed associate.

Pertanto la più precisa e tipica definizione reale è la definizione concreta che si dà del nome di un oggetto, mostrando l’oggetto stesso e pronunziando insieme la parola che lo denota. Quando si tratti di definire un termine un po’ generale, riferentesi sempre ad oggetti concreti, si può mostrare un certo numero di questi e fissare l’attenzione sui loro caratteri comuni.

Sebbene questi casi siano più semplici di quelli che spesso occorre considerare, il fondamento della definizione concreta consiste sempre nello stabilire un’associazione fra una parola ed una certa serie di sensazioni.

La definizione, riguardata sotto tale aspetto, appartiene piuttosto al campo dell’osservazione e dell’esperienza che a quello della Logica. Così, ad es., spetta all’osservazione anatomica e fisiologica, cadente nel dominio della Zoologia, di stabilire precisamente i caratteri degli animali che voglionsi attribuire ad una certa specie.

Tuttavia la definizione concreta non serve a stabilire le idee un po’ astratte ed i concetti elaborati per un più lungo lavoro di associazione e di astrazione del pensiero. In questi casi la percezione di qualche oggetto non basta sempre a far compiere nello spirito altrui il medesimo lavoro che si è prodotto nel nostro. Ed appunto qui si ricorre generalmente ad una descrizione, la quale dando la spinta ad un siffatto lavoro, adempie l’ufficio di definizione psicologica.

Se possiamo esser sicuri che la costruzione del concetto si è compiuta nello stesso modo nello spirito altrui come nel nostro, il significato iniziale della parola colla quale lo rappresentiamo riesce stabilito. Così appunto accade