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i problemi della logica 123


1) Le implicite supposizioni, per le quali si assume che la variazione di certi elementi non importi una sensibile variazione del fenomeno di cui si discute; così, p. es., quando nello studio dei fenomeni fisici sulla terra si prendono come condizioni immanenti i rapporti astronomici del nostro globo (il che in taluni ordini di fatti può risultare smentito dal confronto delle esperienze ed esigere una conseguente correzione).
2) Le condizioni che volontariamente circoscrivono il fatto entro i limiti di certe variazioni interessanti, p. es. di quelle che cadono entro il dominio della volontà, ecc.

Nella Fisiologia, la vita e l’integrità degli organi costituisce l’insieme delle condizioni che prendiamo come fisse, quando studiamo il determinismo di certe funzioni; per modo che l’esperienza fisiologica urta in una grave difficoltà, ove tali condizioni vengano da essa modificate. Per questo motivo appunto le esperienze di estirpazione diretta dei lobi cerebrali riescono difficili ad interpretarsi, in rapporto al problema della localizzazione, dovendosi tener conto dello choc nervoso che sussegue all’atto operativo, e delle funzioni vicarie sopravvenienti.

Nelle scienze giuridiche, si tende a limitare il concetto della causa a ciò che si riattacca all’attività umana, appunto perchè su di essa interessa di agire.

La teoria della responsabilità che si può considerare come classica, fa direttamente appello al carattere volontario delle nazioni, sia che tratti di dolo o di colpa (negligenza). Questa veduta sembra oggidì sorpassata nella dottrina. Quando, p. es., si collega una responsabilità ai danni cagionati dall’esercizio di una vasta attività economica, non si può propriamente parlare di colpa se non a titolo di finzione giuridica, onde sembra più adeguata la veduta che, tenendo conto dei resultati statistici, riguarda, in simili casi, un danno (non specificato) come conseguenza diretta dell’esercizio suddetto. Ad ogni modo non si esce qui dalla considerazione del fattore volontario, su cui la legge viene ad agire in senso economico.

In altri casi però non è ugualmente certo che convenga di restare entro questi limiti; e d’altra parte, accanto alle cause volontarie delle azioni, sembra anche giusto il tener conto degli elementi obiettivi capaci di agire come determinanti (come, per es., l’aumento della probabilità del danno in seguito ad una data azione). Il problema della responsabilità è complesso e le speculazioni del nostro Venezian, e quelle dei filosofi tedeschi (Sigwart, Kries, ecc.), tendono a metterne in luce varii aspetti. Noi non intendiamo di procedere più innanzi in siffatte questioni; basti avere accennato alla veduta che si tratta di scegliere fra le cause, in vista di un interesse sociale.


Alle osservazioni precedenti altre se ne aggiungono a mostrare come sia difficile definire precisamente il concetto della causa.