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i problemi della logica 129


Tali circostanze sono realizzate nel modo più favorevole per i fenomeni fisici e particolarmente per quelli abbracciati dalle teorie più progredite. In questo campo il processo di derivazione delle funzioni ha risposto appunto all’esigenza anzidetta di isolare qualcosa di più fisso da elementi variabili; così, p. es., nel passaggio dalla teoria kepleriana alla newtoniana (cap. II). Perciò le teorie fisiche tendono ad esprimere la parte più costante dei rapporti fenomenici quantitativi mediante le equazioni differenziali.

Nella Chimica la ricerca degli invarianti da prendere come oggetto di trattazione logica, si manifesta nello sforzo rivolto ad isolare dai rimanenti gli elementi indecomposti, e poi nella separazione di certi composti o nuclei fissi in un certo ordine di reazioni. Il simbolismo atomico, colle formule di struttura, ricopre appunto la gerarchia degli invarianti.

Invece nella Fisiologia la più rapida mutabilità dei dati, o se si vuole la maggiore complicazione delle cause, rende più limitato l’ufficio del metodo deduttivo. Mentre l’Astronomia può isolare il sistema planetario dell’universo, durante il breve tempo di cui la storia umana deve tener conto, la Fisiologia non può prescindere dall’azione generale dell’intero organismo sopra ogni organo, appena voglia spingere le sue previsioni al di là di pochi istanti.

I minuti nella vita animale contano come i milioni di anni nella vita dei mondi!

Aggiungasi che la maggiore o minore variabilità dei dati che costituiscono l’oggetto di una scienza è da intendere non soltanto per riguardo al tempo, ma anche rispetto alle associazioni di cose prese come simultanee. Nella Fisica molti caratteri (p. es., le masse) si sommano quasi rigorosamente colla riunione dei corpi; nella Fisiologia, nelle scienze sociali, la riunione altera sempre di più i componenti che cadono sotto le nostre osservazioni.

E ben inteso che tutto ciò vale in un senso relativo; la possibilità di estendere le deduzioni sussiste per ogni scienza, subordinatamente alla scelta di dati più invarianti, cioè alla verifica delle ipotesi (implicite) che affermano codesta invarianza.


§ 28. Il problema della verificazione.

Ci proponiamo ora di discutere il secondo problema fondamentale della Logica applicata, concernente la verificazione delle teorie.

Ed anzitutto riteniamo da quanto si è detto che la rappresentazione del reale mediante un sistema di concetti si traduce in due ordini d’ipotesi:

1) le ipotesi implicite per cui si prendono come uguali certi aggruppamenti fenomenici (invarianti) rappresentati astrattamente come elementi dei concetti;
2) le ipotesi esplicite (postulati di teoria) che, per mezzo dei rapporti
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