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130 capitolo iii

d’associazione definienti i concetti stessi, esprimono dei rapporti reali fra gli invarianti nominati.

È chiaro che la formulazione di una teoria pone in vista soltanto le ipotesi della seconda specie, mentre le prime si ritengono accettate in precedenza come qualcosa di acquisito.

Così, p. es., nelle teorie fisiche vediamo talune quantità (la temperatura, la pressione, ecc.) legate da certe equazioni; le equazioni esprimono le ipotesi esplicite, ma la supposizione che le quantità suddette sieno definite in rapporto ad un certo stato dei corpi ecc., sta a rappresentare un insieme d’ipotesi implicite; delle quali verrà fatto di apprezzare tutta l’estensione, ove si rifletta alla varietà dei procedimenti sperimentali con cui esse possono venire determinate.


§ 29. Verifica delle ipotesi esplicite.

Ora il problema della verificazione conduce a valutare separatamente i criteri di accertamento, determinazione o correzione delle ipotesi esplicite e delle implicite.

Nel procedere alla verifica di quelle, queste ci porgono anticipatamente delle conoscenze che delimitano il campo delle esperienze, e ne rendono possibile l’interpretazione.

Ci troviamo dunque dinanzi ad un mondo fenomenico, i cui oggetti supponiamo già associati entro certe classi (serie ecc.), subordinatamente a certi concetti rappresentativi.

Le ipotesi da verificare essendo previamente trasformate col ragionamento deduttivo, abbiamo da sottoporre al controllo sperimentale certe proposizioni generali (teoremi) della teoria, le quali possono concernere:

1) dei caratteri di classe, cioè caratteri rispetto a cui gli oggetti dell’esperienza sono anticipatamente ritenuti uguali;
2) o dei caratteri suscettibili di variare come funzioni dell’oggetto, entro la classe stessa.


1) È chiaro in qual modo l’esperimento particolare c’istruisca nel primo caso, dove le ipotesi implicite contengono la possibilità della generalizzazione. Così è p. es., quando si tratta di determinare i caratteri anatomici di una specie di animali, questi essendo ritenuti uguali rispetto a quelli.

Tuttavia il valore delle esperienze verificatrici è diverso, secondochè si tratti di caratteri (quantitativi) suscettibili di variare per gradi insensibili, in modo continuo, o di caratteri (qualitativi) che concepiamo soltanto come elementi di una classe discreta di oggetti possibili; giacchè i primi caratteri vengono determinati soltanto con approssimazione, i secondi con esattezza.

Nell’esempio precedente (caratteri anatomici di specie) si tratta di carat-