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140 capitolo iii



§ 35. Esempii.

Ad illustrare le cose dette, possonsi citare alcuni esempii.

La contraddizione delle esperienze è il criterio che avverte talvolta il chimico come un corpo da lui ritenuto implicitamente un’unica sostanza semplice conosciuta, contenga invece qualche altro elemento; così avvenne in fatto la scoperta di alcuni fra i nuovi corpi semplici.

Nella Meccanica, il postulato della invarianza della massa rispetto al movimento, costituisce un’ipotesi implicita che nessuna sensibile contraddizione di esperienze è venuta ad infirmare. Tuttavia se codesta invarianza solleva oggi qualche discussione, ciò avviene perchè accanto ai movimenti effettivi si sono definiti dei movimenti possibili con velocità enormi, e messi a confronto questi con altri ordini di fenomeni (cap. VI).

È dunque l’estendersi di certi concetti rappresentativi del reale, mediante definizioni, che porge qui un eventuale criterio di correzione delle ipotesi implicite.


§ 36. La crisi dell’Economia politica contemporanea.

È interessante di riattaccare alle precedenti considerazioni l’odierna crisi dell’economia politica, dove si riguardi, come oggetto del dissidio sul metodo di tale scienza, una diversa valutazione delle ipotesi implicite assunte dalla scuola classica.

È noto come questa abbia creato con Adamo Smith il tipo dell’homo oeconomicus, col quale si vengono a fissare in modo invariante i motivi agenti sulla volontà dell’uomo individuo, considerato nei rapporti di scambio della ricchezza e del lavoro.

Questo tipo, sebbene faccia astrazione dai diversi moventi etici che modificano e complicano le azioni umane, risponde assai bene alla rappresentazione di queste, quando si abbiano di mira i suddetti rapporti economici, ai quali le accennate complicazioni riescono estranee, almeno nella media.

A definire il concetto dell’homo oeconomicus, l’Economia classica ha assunte talune semplici e quasi evidenti ipotesi esplicite, dalle quali ha dedotto previsioni concrete e generali in diversi ordini di fatti.

Riscontriamo queste ipotesi nella teoria di Ricardo della rendita differenziale.

Riferendosi, p. es., al mercato del grano, per cui la legge ricardiana fu appunto inizialmente stabilita, si supponga che il costo di produzione di esso, in una serie di campi, possa valutarsi, tenendo conto del lavoro e del capitale occorrente per la coltivazione, e se occorre del trasporto in un dato mercato. Siano α, β, γ.... i prezzi unitarii di costo del grano nei campi suddetti.

Ammettendo che questi grani si contrattino simultaneamente in un mede-