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la geometria 157

meni in una unica rappresentazione geometrica. Alla quale anche gli altri fenomeni noti, ed in ispecie i dinamici, si lasciano ricondurre.

Il fondamento di codesta rappresentazione è che certe condizioni di omogeneità del mezzo portino una simmetria dei fenomeni rispetto a certe linee; tale rapporto di dipendenza costituisce nel suo vero senso fisico l’omogeneità dello spazio.

Nulla vieta d’immaginare che le molteplici concordanze, il cui insieme viene enunciato colla simmetria anzidetta, non sussistano realmente, quando si esaminino i fatti con esperimenti più precisi; ma, in tal caso, si tratterebbe di ben altro che di rettificare semplicemente una proposizione della teoria della luce; imperocchè l’insieme dei fatti che vengono significati dalla ipotesi della linea retta riuscirebbe smentito in quell’ordine progredito di approssimazione.


§ 6. La Geometria come parte della Fisica.

I filosofi che, conferendo alla Geometria un senso trascendente, vengono condotti al nominalismo, appariscono vittime di una illusione fondamentale che deriva dal riguardare le conoscenze come compiute, nell’aspetto attuale, senza tener conto della loro genesi.

Questa è appunto la veduta della Scienza, che Kant ha tratto dalla sistemazione di Newton; la gerarchia scientifica, nella quale i rapporti più complessi appariscono subordinati ai più semplici, viene presa da lui in un senso gnoseologico assoluto.

Così in particolare, la circostanza che la Geometria preceda in una esposizione dommatica la Meccanica e la Fisica, e che le cognizioni geometriche stieno alla base dello stesso metodo sperimentale nelle ricerche fisiche, si converte in un rapporto di dipendenza necessaria che trova la sua espressione nell’«a priori» kantiano. E, risalendo dalla critica della conoscenza scientifica alla critica della conoscenza volgare, l’intuizione dei rapporti di spazio, che presiede ai processi associativi delle nostre sensazioni attuali (della vista e del tatto), è riguardata come a priori rispetto a queste sensazioni; separato dai dati sensibili (presi fittiziamente come elementi semplici ed isolati nello spazio e nel tempo), l’ordine spaziale viene concepito come un quadro che la mente vi aggiunge, ed in cui essi trovano posto.

Ora tutta questa costruzione gnoseologica è stata superata da una veduta più adeguata dello sviluppo delle conoscenze, che costituisce il più sicuro acquisto della filosofia evoluzionista.

Il fatto generale che l’esperienza si interpreta per mezzo di conoscenze anteriori, e che ogni fase del progresso scientifico è analogamente sottomessa ad una fase precedente, si accetta oggi in un senso diverso; non più stabilendo una gerarchia assoluta delle scienze, ma riconoscendo il graduale sviluppo di ciascuna, per cui certe nozioni più semplici o suscettibili di maggior pre-