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204 capitolo v

le nozioni cinematiche colle dinamiche, abbiamo rimandato questa discussione, attribuendola alla terza parte del nostro programma.

2) Una critica dei concetti e dei principii della Statica.
3) Una critica dei concetti e dei principii della Dinamica.

La separazione fra la Statica e la Dinamica è conforme alla tradizione storica, solo di recente mutata da alcuni, e s’impone secondo il nostro modo di considerare le forze.

Diremo ancora che allo scopo di riavvicinare le due trattazioni e di adottare nella Dinamica la semplificazione classica, ci siamo limitati in principio alla Meccanica dei punti, quantunque nella Statica potesse essere stato vantaggioso di considerare subito anche i sistemi. Le questioni relative a questi si troveranno dunque discusse nell’ultima parte del capitolo, così per la Statica come per la Dinamica.


§ 3. Tempo: Successione e durata.

Di due sensazioni o di due gruppi di sensazioni (fenomeni) noi avvertiamo che l’uno è prima e l’altro poi, oppure che essi sono contemporanei. L’intuizione che esprimiamo colle parole «prima e poi» porge un criterio ordinativo dei fenomeni in una serie (successione temporale).

Parlando di due fenomeni A, B e di altri due C e D, noi soliamo anche comparare l’intervallo di tempo passato fra A e B e quello fra C e D, dicendo che essi sono uguali o che l’uno è maggiore dell’altro. Questo giudizio ci conduce ad un apprezzamento quantitativo, cioè ad una misura del tempo o della durata.

È chiaro che la misura delle durate, ove sia stabilita, involge il criterio della successione temporale. Ma all’opposto la nozione del prima e del poi non ci fornisce alcun criterio per confrontare due intervalli di tempo che non abbiano un principio (o un termine) comune.


§ 4. Tempo psicologico e tempo fisico.

I giudizii di tempo, sia di successione, sia di durata, possono riferirsi a diverse serie fenomeniche; nello stesso modo come i giudizii relativi alle lunghezze possono istituirsi relativamente a diverse serie di corpi che vengano comparati come linee. Ogni serie fenomenica ci porge in questo senso una scala temporale, dove è dato almeno il prima ed il poi, e dove può esser fornito un criterio comparativo delle durate.

Il concetto astratto del tempo sorge per associazione ed astrazione da quello di tutte le possibili scale temporali.

Il tempo astratto, che pensiamo come tempo fisico, costituisce dunque la supposizione di una scala temporale nella quale hanno posto tutti i fenomeni possibili, a differenza del tempo fisiologico o patologico che è la scala di tutti i fenomeni percepiti.