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238 capitolo v


Invero si considerino gli elementi chimici, designati con


A1 A2 ...;


a ciascuno di questi appartiene un invariante addittivo, rispettivamente


m1 m2 ...,


che contiene un fattore di proporzionalità determinabile ad arbitrio mediante la scelta delle unità di paragone. Ora una qualsiasi espressione del tipo


a1 m1 + a2 m2 + ...,


costituisce un invariante addittivo pei corpi composti


A1 + A2 + ...,


rispetto al gruppo delle trasformazioni fisico-chimiche.

L’espressione considerata contiene anzi tutti gli invarianti addittivi possibili; la massa vi rientra quindi corrispondentemente ad una determinazione particolare delle costanti a1 a2 ...; ma appunto codesta determinazione non viene fornita dalle trasformazioni chimiche. E, accanto alla massa, restano indiscernibili da essa sotto tale riguardo, altri invarianti addittivi, alcuni dei quali hanno un senso notevole e vengono considerati perciò nella Chimico-fisica, p. es. i caratteri volumetrici in rapporto al cosidetto 0° assoluto, certi caratteri ottici, calorimetrici ecc.

Da ciò che precede emerge che l’ordine di considerazioni e di rappresentazioni per cui si tende a definire la massa di un corpo come un carattere interno, cioè indipendentemente dall’influenza che corpi esterni possono esercitare sul suo movimento, riesce soltanto ad una imperfetta determinazione di questo carattere.

L’analisi svolta conduce nondimeno a riconoscere che:

Esiste una classe di fenomeni di movimento (provocati coi muscoli o con pressioni elastiche ecc.) che si svolgono ugualmente ove si sostituisca al corpo mobile, ritenuto come un punto materiale, un altro corpo (punto) chimicamente riducibile di massa uguale; laddove la sostituzione di masse disuguali muterebbe il fenomeno.

Possiamo ritenere schematicamente questi casi di moto, come casi in cui il moto è indipendente dalle condizioni fisico-chimiche del mobile, salvo a