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da un’ipotesi di relatività estesa come quella sopra enunciata. I suddetti fenomeni dipendono dal moto relativo dei corpi, dalla velocità di propagazione nel mezzo ove vengono constatati e da qualcos’altro, cioè (attenendosi all’esperienza) da caratteri qualitativi della materia che costituisce il mezzo suddetto.

Si tratta di costruire una teoria atta a render conto delle complesse condizioni dei fatti.


§ 26. Teoria di Lorentz.

La teoria di Lorentz1 (1892) è stata costruita a questo scopo. Il concetto fondamentale consiste nell’attribuire il trascinamento parziale delle onde elettro-magnetiche nella materia in moto, alla modificazione del campo prodotta da cariche elettriche che, per ipotesi, verrebbero trascinate dalla suddetta materia.

Per fissare le idee si consideri un corpo A ritenuto come fisso rispetto all’etere, ed un corpo B che si muova rispetto ad A (e all’etere stesso); si trovano sovrapposte entro B due serie di perturbazioni, relative ad A e a B, queste ultime progrediscono col moto di B, ed il resultato complessivo equivale all’ipotesi di un trascinamento parziale dell’etere entro B.

Il caso precedente può essere generalizzato ove si considerino più corpi A, B, C,... in moto relativo. In tal caso non si ha più motivo di ritenere che l’uno o l’altro di questi corpi, da cui vengono emesse onde elettro-magnetiche, sia fisso rispetto all’etere.

Per superare la difficoltà Lorentz postula un sistema di riferimento assoluto, cioè un etere indipendente dalla materia, le cui parti non variano le une rispetto alle altre, e a questo etere preso come immobile si confronta il moto dei corpi.

Il postulato è veramente arbitrario e darà luogo a conseguenze che dovremo poi esaminare; ora cerchiamo di renderci conto del modo come la prima ipotesi fondamentale venga concretata da Lorentz, in un sistema di immagini atomistiche.

Nell’antica teoria di Poisson si avevano due fluidi elettrici, il positivo ed il negativo (cfr. cap. II, § 26); Lorentz riprende in sostanza questa concezione, ma riguarda i due fluidi come costituiti di particelle materializzate (elettroni) il cui trasporto costituisce le correnti.

Egli adotta poi sul magnetismo l’ipotesi di Ampère, che esso sia la manifestazione di correnti nelle particelle del magnete.

Si ha così una veduta unificata dei varii fenomeni elettro-magnetici.

È soprattutto interessante di riconoscere come un raffronto geniale di fatti

  1. Si confronti per la bibliografia l’articolo di Lorentz nel Band V2 Heft 1 della Encyclopädie der mathematischen Wissenschaften. Leipzig, Teubner, 1904.