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vista dei quali fu costruita, ma porge una buona spiegazione delle esperienze di Faraday sulla rotazione del piano di polarizzazione della luce in un campo magnetico, e conduce a prevedere nuovi rapporti fra la luce e il magnetismo, in ispecie la decomposizione delle righe dello spettro in un campo magnetico, verificata da Zeeman.

È vero che nuove esperienze su questo fenomeno hanno portato a modificare in parte le previsioni e a complicare le primitive vedute di Lorentz, ma la scoperta sperimentale razionalmente disposta dalla teoria significa sempre un successo di questa.

Ed il successo è tanto più saliente nel caso che ci occupa, perchè risponde ad un desiderato dell’Ottica elettro-magnetica: scoprire nuovi rapporti positivi fra la luce e l’elettro-magnetismo.


§ 27. Critica: il principio d’azione e reazione.

L’interesse suscitato dalla teoria di Lorentz, il suo successo nella spiegazione dei fatti noti e nella previsione di fatti nuovi, hanno richiamato su di essa la critica dei più illustri scienziati ed hanno dato impulso a più estesi tentativi di verificazione.

Dal punto di vista della Dinamica classica, la teoria di Lorentz ha un grave difetto: non soddisfa al principio newtoniano d’azione e reazione. Almeno il principio non è soddisfatto se si vuole intendere nel solo modo che abbia un significato positivo, cioè come relativo alla materia.

È facile rendersi conto che questa conseguenza risulta non tanto dalle vedute particolari di Lorentz, ma dall’ufficio che, secondo le idee maxwelliane, si attribuisce all’etere come propagatore delle azioni apparentemente a distanza.

Un corpo investito dalla luce subisce una pressione, già prevista da Maxwell e Bartoli, e verificata sperimentalmente da Lebedef; e, quantunque si tratti di esperimenti delicati, il resultato appare tanto più credibile in quanto si riavvicini alle circostanze del movimento delle comete, che avevano già indotto il Faye ad invocare un’ipotesi analoga.

Ora la pressione di Maxwell-Bartoli non si concilia col principio newtoniano d’azione e reazione, perchè il momento in cui la luce investe un corpo non coincide con quello in cui essa emana dalla sorgente.

Ma vi è di più. Una analisi approfondita di Poincarè ha messo in luce che la violazione del principio newtoniano è necessariamente legata ad ogni teoria elettro-magnetica che voglia render conto del trascinamento parziale delle onde luminose.

Si giunge bene a comprendere questa necessità se si riprendono un momento in esame le ipotesi di Hertz.

Fra due corpi elettrizzati A e B in quiete relativa, si esercitano delle forze elettrostatiche, conformi al principio newtoniano; ma se A e B si muo-