Pagina:Erodiano - Istoria dell'Imperio dopo Marco, De Romanis, 1821.djvu/149

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istoria libro iv. 145


tori che sentian giudicare le loro cause, non con giustizia ed equità, ma capricciosamente. Così negli spettacoli e ne’ giuochi venian sempre parteggiando. Oltre di questo accumulavano insidie con insidie, ingegnandosi scambievolmente di sospignere i cuochi e i coppieri agli avvelenamenti. Le quali cose andando a dilungo, pel tenersi che facea ciascun di loro in grande e diligentissima guardia, non pigliando essi cibo di sorte alcuna senza i massimi riguardi, venne in mente ad Antonino di non più tenersi; ed invaghito da cieca cupidigia di regnar solo, deliberò di operare all’ingrande, e tutto di egual modo si attendere: e, messi da parte i veleni e le frodi che non aveano avuto nè aver potevano niun esito, far uso della violenza e del pugnale. Onde, avventatosi furiosamente nella camera del fratello che tutt’altro attendea, gli fesse il cuore in grembo alla madre, di modo che il sangue ne sgorgò tutto su di lei. Ciò fatto, va via: e, traversando in un baleno tutto il palazzo, grida di essere scampato da un gran pericolo, ed a fatica riescilo di porsi in salvo. Così dicendo, comanda a’ soldati della guardia che lo piglino di peso, e lo conducano a salvamento nel campo, asseverando ch’era ito se quivi più a lungo si trattenea. Quelli dando fede alle sue parole, e ignari di ciò che là entro era accaduto, cor-