Pagina:Erodiano - Istoria dell'Imperio dopo Marco, De Romanis, 1821.djvu/232

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si apparecchiava a sortire di bel nuovo in campagna alla buona stagione, minacciando (ed era in istato di mantenerlo) di sottomettere ed annientare tutta la nazione germanica fino all’Oceano.

Tale fu Massimino nelle imprese militari, e ne avrebbe ritratto una fama immortale, se non si fosse mostrato assai più grave e feroce a’ suoi medesimi che agli nemici. Che non saprei dire quai buoni effetti potesse recare la morte di tanti barbari, mentre tuttodì e Roma e le provincie si bagnavano di sangue! Quali il bottino e i prigionieri, se i sudditi romani erano de’ suoi beni spogliati! Si fece lecito alle spie, o per dir meglio, s’istigò loro ad accusare chiunque credessero, e a porre nuovamente in campo, se si paresse, eziandìo le dimenticate e non mai avverate peccata de’ trapassati. E non era apposto delitto, che non ne seguisse la condanna, e lo spoglio di ogni fortuna. Avresti perciò veduto quei ch’erano il giorno innanzi straricchi ridotti in tal miseria d’andare accattando: a tanta avarizia era tratto il tiranno dal pazzo profondere che facea alle soldatesche. Spalancava poi le orecchie ad ogni calunnia, non avendo rispetto alcuno di età e di dignità: molti generali e governatori , personaggi consolari e trionfali, fece per menomissime calunnie arrestare e porre