Pagina:Erodiano - Istoria dell'Imperio dopo Marco, De Romanis, 1821.djvu/278

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felicissima e di ogni bene copiosa, rimanendo tutti i popoli in piena pace, ed a noi obbedientissimi. Voi ve ne starete, come desiderate, ciascheduno in casa sua, nè vi strazierete più guerreggiando in paesi oltramontani: che sarà nostra cura tenere a freno le nazioni barbariche. Ed essendo noi, due imperadori, saprem meglio maneggiare il governo dell’interno, e se gli affari esterni avessero duopo di essere disbrigati con sollecitudine, ci vedrete muover tosto ove facesse di bisogno. Nè vi corra per la mente il menomo sospetto che noi, od i romani, o tutti altri, non avessimo dimenticato ciò che voi avete fatto per altrui comandamento. Quel eli è stato è stato, ne sia spenta e annientata ogni memoria, e leghiamoci tutti, più che possiamo tenacemente, cogli amichevoli nodi di una fede e di una benevolenza sempiterna. Così avendo parlato Massimo, ed avendo promessa loro una grossa somma di denaro, si trattenne alcuni pochi giorni in Aquileja, e poi si determinò di tornarsene in Roma. Perciò, fatto acquartierare l’esercito nelle provincie e ne’ soliti quartieri, tornò in Roma scortato da’ reggimenti della guardia e dalle truppe di Massimino, riportando seco eziandìo quegli ajuti tedeschi ch’erano venuti di Germania, in cui soprattutti fidava per esserseli renduti affeziona-