Pagina:Erodiano - Istoria dell'Imperio dopo Marco, De Romanis, 1821.djvu/75

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istoria libro ii. 71


vertito Pertinace dell’empito de’soldati, s’ingegnavano di porsuadergli di porsi in salvo colla fuga, e dimandare ajuto dal popolo. Egli però, sebbene ravvisasse ottimo il consiglio, tuttavia avendo per servilità disdicevole alla maestà di un imperadore, e alla trascorsa sua vita di fuggire o celarsi, deliberò farsi loro innanzi ed affrontare il pericolo, sperando di poter loro toccar l’animo, e placare per allora quella rabbia furiosa. Uscito dunque di camera, e fattosi incontro a quelle furie, che gli si precipitavano addosso, fermossi a dimandare loro la cagione di sì subito movimento, ed a rimordergli di quei modi riprovevoli: e senza mutare aspetto nè sgomentarsi del pericolo, con quella sua naturale gravità e modestia, tutta propria dell’imperiale maestà, e nessun segno mostrando di viltà e di paura, non timido, non abietto, non supplichevole, ma con parole animose, così loro parlò: Se voi me, o soldati, ammazzate, non avete per certo a vantarvi di grande impresa, o di cosa ch'esser possa molesta a uomo della mia età e della mia gloria. Ma pub egli essere che voi, cui affidata è la guardia e la custodia del principe, e che siete in obbligo di preservarlo da ogni pericolo, osiate i primi imbrattarvi le mani nel sangue del vostro concittadino e imperadore. Guardate che un tale opera-