Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/222

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24 Meti è il tipo della Saga, della chiaro-veggente, innanzi a cui il futuro squarcia il suo velo. Conoscitrice del bene e del male, ella ha la potenza di renderli ministri delle sue voglie. Epperò Giove se la inghiotte per far propria la virtù di lei. Effetto n’è la nascita di Pallade, la dea delle scienze e delle arti. La parola Meti, Mati in sanscrito, è, in origine, un astratto, e dice pensiero, meditazione, investigazione: vedesi nel latino mente e nell’arcaico Mine-sva, poi Minerva.

25 Mnemosine dice la virtù del pensare, del ricordare: è un astratto divenuto concreto per la personificazione, come Venere (lat. Venus) è la bellezza. La parola Muse all’incontro è un concreto, e suona le pensanti, le ricordanti.

26 In uno degli inni vedici la Parola Eterna, il Verbo, dice: Io uscii dal cranio del mio padre.

27 Pluto è il dio delle ricchezze da non confondersi quindi con Plutone.

28 Sulle isole sacre, vedi Strabone, V, pag. 215; Om., Od., XII, 127 e segg. Sui Tirreni o Tirseni, vedi Dion. d’Alicarnasso, I, 29.