Pagina:Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu/125

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DI FRANCESCO REDI. 121

Io m’era così invogliato ed invaghito d’imbattermi pure in alcuno di quegli animalucci, parte semoventi e parte di legno (tanto vale appresso di me l’autorità d’un uomo così dotto com’è il padre Chircher), che non v’è diligenza e sollecitudine ch’io non abbia usato, e che non abbia fatto usare, per trovarne pur qualcuno: laonde il dì 30 di Maggio, essendomi stati portati certi ramuscelli d’ossiacanta o spinbianco, i quali sulla propria pianta s’erano incatorzoliti, stravolti, rigonfiati, inteneriti e divenuti scabrosi e quasi lanuginosi, ed avean preso un color gialliccio punteggiato di rosso e di bigio, sperai di poter veder da quegli la desiderata nascita e trasformazione; e tanto più crebbe la speranza quanto che vidi cert’altri ramuscelli simili sulla fillirea seconda del Clusio, ed altri pur simili su’ tralci di quella clematide che in Toscana si chiama vitalba: per la qual cosa raddoppiate le diligenze, riposi di que’ ramuscelli e di que’ tralci in alcune scatole; e di più ancora ogni giorno osservava e faceva osservare tutte tre quelle suddette piante, sulle quali eran rimasi molti di quegl’incatorzolimenti stravolti; ma in fine m’accorsi che erano un vizio naturale di esse piante sulle quali ogn’anno per lo più si trovava, e che non generava mai insetto di