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30 ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI

viventi mosche a pascersi di quei cadaveri ed a lasciare in quegli le loro semenze; e poco, anzi nulla, tengo che importi il farne la sperienza in vaso di rame ed al tiepido calor delle ceneri; imperocchè sempre, ed in ogni luogo, da que’ cadaveri nasceranno i vermi, e da’ vermi le mosche, purchè su quegli dalle stesse mosche sieno stati partoriti i vermi o i semi de’ vermi. Io non intendo già come que’ sottilissimi vermi descritti dal Chircher si trasformino in picciole mosche senza prima, per lo spazio d’alcuni giorni, essere stati convertiti in uova; e non intendo ancora, ingenuamente confessando la mia ignoranza, come quelle mosche possano nascere così piccole e poi vadano crescendo: imperocchè le mosche tutte, i moscherini, le zanzare e le farfalle, per quanto mille volte ho veduto, scappano fuora dal loro uovo di quella stessa grandezza la quale conservano tutto il tempo di loro vita. Ma, oh quanto a questa sola esperienza non ben considerata delle mosche rinate da’ cadaveri delle mosche si sarebbono rallegrati e, per così dire, ringalluzzati coloro che dolcemente si diedero ad intendere di poter far rinascere gli uomini dalla carne dell’uomo per mezzo della fermentazione, o d’altro somigliante o più strano lavoro. Io son di parere che vi avrebbon