Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/170

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164 odi



     La verginella dal materno esempio
30lascivia apprende, e, all’oro e al lusso dedita,
dal mal chiuso balcone o in mezzo al tempio
notturni furti, sogghignando, medita.

     S’appressa all’ara e, mal trascorso un anno,
arde non sazia di desio colpevole,
35e il nostro disonor compra il Britanno,
mentre dorme lo sposo consapevole.

     Sorge ei dal letto a questi insulti avvezzo
e turpi onori inonorato mendica,
della vergogna sua divide il prezzo
40e con baci comprati i torti vendica.

     Languono i figli disprezzati, intanto,
privi di pane, di soccorso e d’utili
precetti, e ai vizi e alla miseria accanto
vivono agli altri ed a se stessi inutili.

     45Schiatta sí vil di padri infami Roma
non tolse a Brenno, non sprezzò le furie
del peno duce, né alla terra doma
vittrice apprese a non soffrir le ingiurie.

     Questo dei salli un dí, questo è il tuo scudo:
50mirati, Italia, e cangia omai consiglio.
Cinta di mirto, profumata, ignudo
il petto... eh, abbassa vergognosa il ciglio!

     Squarcia le vesti dell’obbrobrio; al crine
l’elmo riponi, al sen l’usbergo; destati
55dal lungo sonno e su le vette alpine
alla difesa ed ai trionfi apprèstati.

     Se il mar, se il monte, che ti parte e serra,
vano fia schermo a un vincitor terribile,
serba la tomba nell’esperia terra
60all’audace stranier fato invincibile.