Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/172

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166 odi



     25Frutto funesto di cotante colpe,
nacque e l’Europa devastò la guerra,
onde vendetta di fraterno sangue
tinse la terra.

     Non odi, amico, l’elegia che piange
30lacera, lorda e scarmigliata il crine?
Mirala: siede a quel cipresso accanto
fra le ruine.

     Archi giá fûro e del donato mondo
trofei latini, or li ricopre l’erba,
35ché la piú parte ne ridusse in polve
l’etá superba.

     Perduta gloria dei passati tempi,
tu ci rinfacci il nostro onor sepolto;
né a tanto obbrobrio per vergogna abbassa
40Italia il volto!

     Si scuota... Ah, sento mormorarmi intorno,
suono possente, di Tirteo la voce!...
Cauto, rallenta le sdegnate corde,
genio feroce.