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464 disegno d'edizione delle poesie


XVI. «A mio padre, ode» (1792); autografa.

XVII. «Lo sdegno, ode saffica» (1786); autografa.

XVIII. «Dialogo. Labindo e Licoride» (1782); pp. 49-50.

XIX. «[Al marchese di Fosdinovo] I Carlo Emanuelle Malaspina» (1780), p. 51.

XX. «Ad Amore» (1791); pp. 52-54.

XXI. «[Al cav.] A Bartolomeo Forteguerri. In morte [del duca] di Ant.o Gennaro di Belforte» (1791); PP- 55-56.

XXII. «[Al conte] A Luigi Fautoni. In morte [del marchese] di Gio. Agostino Grimaldi della Pietra» (1782); p. 57.

XXIII. «[Al signor] A Giuseppe Bencivenni giá Pelli» (senza data); pp. 58-60.

XXIV. «A Fille» (1785); pp. 69-71.

XXV. «Ad alcuni critici» (1781); pp. 72-73.

XXVI. «[All’abate Maurizio Solferini] A Panezio» (1781); pp. 74-75. Variante: «Di rughe spoglia, [Maurizio] Panezio amabile».

XXVII. «Sullo stato dell’Europa del 1787» (senza data); pp. 76-77.

XXVIII. «Al servo» (senza data); p. 78.

XXIX. «Al contadino di...» (1779); ms. d’altra mano.

XXX. «All’abate Melchiorre Cesarotti» (1790); ms. d’altra mano.

XXXI. «Al Silenzio» (senza data); pp. 41-42.

XXXII. «Per la vittoria riportata il di 12 aprile 1782», ecc. (senza data); p. 43. Variante: «[Funesto] Ahi, tristo augurio di Boston ai figli».

XXXIII. «Alla cultissima conversazione della signora Anna Maria Berte», (senza data); pp. 44-47. Segnati, per correggersi, i versi: «Per lui d’Europa or le vendute genti | Allo sdegno dei re stolte s’adirano». Varianti: «E Catellacci, che [sovente] talvolta fura»; «Che sa di lode [mal donata] immeritata avaro».

XXXIV. «All’Aurora» (senza data); p. 48.

XXXV. «Al fonte di...» (1779); p. 81.

XXXVI. «Per la pubblica apertura della nuova Accademia delle arti, eretta in F’irenze nel 1784»; pp. 82-85. Soppressa la dedica «Al signor marchese Federigo Manfredini». Varianti: «[Leopoldo il saggio] L’etrusco genio, amabile | [Eroe] Genio di pace»; «Alme [del sol] che al fuoco [nel] vivido | [Raggio temprate all’] Tempio di fantasia l'util fatica»; «Si vegga [il Gallo] Europa chiedere |»; «E sia [costretto] costretta a cedere»; «[Dove] Ove ti lasci spingere».

XXXVII. «Ad Antonio Cerati» (1786); autografa.

XXXVIII. «Il sogno. All’abate Clemente Bondi» (1789); autografa.

XXXIX. «[Al signor abate] A Gioacchino Pizzi» (senza data); pp. 86-87. Varianti: «L’ostia votiva [della pace a Dio] e al patrio ostel ritorni | L’ozio [beato] futuro canterò dei sacri | [Giorni di Pio] Liberi giorni».

«Fine dell’odi» oraziane. Seguono, con nuovo occhietto, le altre «Odi».

I. «Introduzione»; prima non aveva titolo (senza data); pp. 91-92.

II. «Al genio degli Scherzi» (1778); pp. 93-94.

III. «A Palmiro Cidonio» (1778); pp. 95-101. Varianti: «[Ed apprende] Cui apprese il Pensilvano»; «Ed il sardo regnator | [Che, altro Tito, onor non prezza] Né turbarla a suo profitto | [Che col sangue sia comprato] Può il pastor incoronato»; «Franchi ed itali devoti | Per [Clotilde] la patria al nume i voti»; «Bagnerá [l’amica tomba] Liguria amica | [Di Liguria il grato pianto] Il mio cenere di pianto | E [Paimiro col suo canto] di Doria all’urna accanto | Il mio nome [eternerá] inciderá».

IV. «Per malattia dell’autore. Al [canonico] matematico Pio Fantoni» (1779); pp. 102-105.