Pagina:Ferrero - Appunti sul metodo della Divina Commedia,1940.djvu/98

Da Wikisource.


Vivi, umanamente diabolici, sono i suoi diavoli:

«Io vidi, ed anche il cuor mi s’accapriccia,
Uno aspettar così, com’egli incontra
3Ch’ura rana rimane, e l’altra spiccia.
E Graffiacan, che gli era più di contra,
Gli arroncigliò le impegolate chiome,
6E trassel su, che mi parve una lontra.
Io sapea già di tutti quanti il nome;
Sì li notai, quando furon eletti,
9E poi che si chiamaro, attesi come.
«O Rubicante, fa’ che tu gli metti
Gli unghioni addosso sì, che tu lo scuoi.»
12Gridavan tutti insieme i maledetti.»

Inferno, XXII, 31-42


«E Ciriatto, a cui di bocca uscia
D’ogni parte una sanna, come a porco,
3Gli fe sentir come l’una sdrucia.
Tra male gatte era venuto il sorco:
Ma Barbariccia il chiuse con le braccia,
6E disse: «State in là mentre lo inforco.»

Inferno, XXII, 55-60


e Dante ne riceve l’impressione che sentirebbe se fossero umani:

«Per ch’io mi mossi, ed a lui venni ratto:
E i diavoli si fecer tutti avanti;
3Sì ch’io temetti non tenesser patto.
Così vid’io già temer li fanti,
Ch’uscivan patteggiati di Caprona,
6Veggendo sè tra nemici cotanti.»

Inferno, XXI, 91-96


82