Pagina:Ferrero - Diario di un privilegiato, Chiantore, 1946.djvu/17

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prefazione

pericoli reali, il conformismo supera i calcoli di ogni ragionevole prudenza, l’acquiescenza al sopruso che colpisce il vicino diviene tacito e non sempre inconscio invito a calcare su di esso la mano.

Ed ecco, cominciando la vigilanza poliziesca intorno all'abitazione della famiglia Ferrero, prima in città, quindi nella campagna dell'Ulivello, scomparire amici e conoscenti sino allora assidui, i quali sorridenti e deploranti si ripresentano se la vigilanza vien tolta, e di nuovo si ecclissano quando ricompaiono sul cancello gli agenti col taccuino, sicché il contegno degli amici è per i Ferrero il barometro delle disposizioni nutrite verso di loro dall'Olimpo fascista. Ecco le innumerevoli miserie piccole e grandi, comiche o pietose, dalle quali l’animo di alcuni fra noi fu segnato di una tristezza che nessuna «liberazione» potrà mai dissipare.

Rimangono gli amici stranieri, stupefatti e costernati, ma anch’essi incapaci di porgere un efficace aiuto, dinanzi ai quali Leo sente che la crisi non è soltanto italiana, ma interessa la intera civiltà occidentale e prelude al suo tramonto.


XIII