Pagina:Ferrero - Diario di un privilegiato, Chiantore, 1946.djvu/20

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prefazione

attraverso la trasparenza della parola la sua immagine familiare al nostro affetto e insieme misteriosa per la luce diversa che il destino stende su di lui e che si comunica ai nostri ricordi.

Leo apparteneva all’esiguo manipolo di giovani i quali in ogni paese respinsero e respingono gli adescamenti delle comodità e secondo il monito dell'Evangelista scelgono la porta stretta, quella del pensiero.

Quando morì, unanime fu in Europa e in America il compianto; in Italia fummo due a parlare di lui, Nello Rosselli, suo compagno di studi a Firenze, in Nuova Rivista Storica, e io in Solaria. Ora tutti possono farlo, ed è un debito che l'Italia ha verso se stessa, poiché essa deve ricuperare i suoi scrittori perduti durante il ventennio, deve soprattutto accogliere le parole di verità e d’amore che i suoi figli più chiaroveggenti le rivolsero, amanti delusi, dalle solitudini dell' esilio.

PIERO OPERTI


Torino, marzo 1946.


XIV