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la creazione 13
legante e bella una guerricciola memorabile, invece che per la gloria delle armi, per gli odi e i puntigli delle fazioni, che senza scrupoli ferirono, pur di ferirsi l’un l’altra, financo il corpo della Repubblica ».

Con la storia di Catilina, Sallustio assunse il compito di mostrare che nei tempi antichi « in pace e in guerra si coltivavano i buoni costumi: e massima era la concordia, minima l’avidità; e il diritto e il bene eran forti più per la loro natura che per le leggi; e le brighe, le discordie e gli odi si riservavano ai nemici, mentre i cittadini coi cittadini gareggiavano di virtù. Magnifici nell’onorare gli dei, parchi in casa, fedeli cogli amici. Con due arti, il coraggio in guerra e l’equità in pace, governavano sè medesimi e la repubblica. » 1 Poi «il destino incominciò ad incrudelire e rivoltò tutte le cose» 2. Ritroviamo qui — a far da cornice al quadro — quella dottrina della corruzione dei costumi, opposta alla nostra fede nel progresso indefinito del genere umano, ma famigliare invece al pensiero antico. Senonchè la cornice è troppo vasta per il piccolo quadro in cui è dipinto il tumulto, più clamoroso che pericoloso, suscitato, nella repubblica, da Catilina. Cosicché non possiamo dar torto a Quintiliano quando dice che « Sallustio nella Catilinaria e nella Giugurtina ci conduce all’una ed all’altra guerra, con dei proemi che sembrano non aver che fare con il soggetto », e dobbiamo riconoscere che le sue dissertazioni qualche volta

  1. Cat., VII.
  2. Cat., VII.