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principii e critica in vasari 139


tratta di intenzioni serene? Il problema è grave e attraente.

Bisogna, è vero, ammettere che il sorriso con cui egli si rivolge alla moltitudine non appare assolutamente sincero, e rivela complicati, nascosti, e subdoli pervertimenti critici, troppo sottili perchè un borghese li possa distinguere dall’amabilità. Ma non basta, per spiegar questa, dir che egli, stanco di trovarsi in mezzo ad artisti intenti ogni ora a turlupinare malignamente il pubblico e a rallegrarsi del suo cattivo umore, e ai borghesi stessi, i quali avevano ormai adottato l’aggettivo borghese come un’ingiuria, si sia rifugiato nell’eccezione delle banalità, per sfuggire la banalità dell’eccezione.

18 Aprile

Benché questa posa a Baudelaire dovesse sorridere, non trovo in essa una molla così potente, da indurlo a cercare nella folla oscura, e anzi, proprio nelle sue insensibili qualità di ricchezza e di numero, un giudice per le divine trasparenze dell’arte.

In questo atteggiamento, che contraddice tutto il romanticismo suo e dei suoi camerati, per quel riconoscere fuori del loro gruppo una autorità più alta e più legittima che li debba giudicare, in questo rassegnato inchinarsi al borghese, come al solo che possa rappresentare nel mondo moderno tale autorità, si cela una più vasta preoccupazione; e dopo aver meditato su quelle pagine che prima mi sape-