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146 meditazioni sull’italia letteraria


sissima grazia». (Vasari, Proemio alla III. Parte, Pag. 248).

25 Aprile

Fine: imitazione della natura. Mezzo: la tecnica dei classici. I principî di Vasari sono semplici, come tutti i principi di quel tempo avvezzo più a fare che a strologare; ma sono chiari — o almeno erano chiari per i contemporanei di Vasari, che sapevano vederci intorno tutto quello che non ci vediamo noi.

Stabiliti i principî generali dell’arte Vasari si preoccupa di mettere in chiaro che cosa siano per lui la pittura, la scultura, e l’architettura, e come e in qual punto un artista possa raggiungere, in quelle arti, la perfezione. Questa coscienziosità mi sembra molto ammirevole. Un critico che vuol barare al gioco non ha nessun interesse di impastoiarsi in tante definizioni.

Fierezze e vivacità, rilievo proprio e naturale, e altrove diligenza e morbidezza, o grazia e perfezione, o graziosissima grazia, o leggiadrissima vivacità, o contorni carnosi. Vasari gira intorno a un sentimento cercando di coglierlo con delle parole che non hanno ancora la precisione che ci vorrebbe. Ma a chi voglia fare un piccolo sforzo di adattamento, l’ideale pittorico di Vasari non può essere oscuro. Si chiarirebbe ancora di più se uno volesse studiare come Vasari l’ha messo in pratica.