Pagina:Ferrero - Meditazioni sull'Italia, 1939.djvu/76

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della nostra riluttanza ad ammirare 57


tr’occhi lo scrittore mi prese sotto il braccio e mi disse:

« Veda; questa signora italiana era sconfortevole, non tanto perchè ignorasse i miei libri e quelli dei miei amici; ma perchè trovava naturale di dircelo. Questa signora, che rappresenta, per il rango, la ricchezza e la famiglia, quelle che siamo soliti chiamare con parola vaga « classi alte » è il nostro pubblico, e non solo non pensa un momento che sia necessario di aiutarci, di leggerci, di ammirarci; ma non pensa nemmeno che avrebbe il dovere, almeno, di far le viste di averci letti quando si trova con noi. Perchè, se veramente, riflettendo, volessimo dirci che la maggior parte del nostro pubblico è fatto cosí, e che noi lavoriamo per questa gente, che non ci legge da vivi, e non ci leggerà da morti, verrebbe voglia di non scrivere più una riga. Ma per fortuna non lo pensiamo. Noti poi che questa signora si crede « nazionalista » e « patriottica », e che avrebbe la forza di sdegnarsi in maniera clamorosa se sentisse qualcuno dir male di quella matrona con la torre sullo scignone, che chiama Italia. Guardi invece quella signora francese; la sua ipocrisia è il più grande omaggio alla letteratura che si potesse fare. Perchè non aveva letto il mio libro — e questo è ben naturale, poiché era forestiera e il libro è uscito da poco — ma non lo ha voluto ammettere. Questo vuol dire che il fatto di non aver letto il mio libro le sembrava una colpa, che non si potesse confessare, sopratutto a me. Quella signora