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Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu/178

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174 IL VIANDANTE



SILVIA

                                           Però?


ZANETTO

                                                          Ignoro affatto
Ciò che di me dev’esser diman...


SILVIA

                                                                 Se ti aiutassi?


ZANETTO

È inutile. E poi anche... chi sa!... forse i miei passi
Non porterò più lungi. Ascoltami: mi frulla
Una chimera. Gli esseri pari miei son del nulla,
Non han padre nè madre; son figlio di staffiere
O di prence? Lo ignoro. Ma è mio fermo pensiere
Che nacqui in un mattino d’aprii soave e bello
Poichè l’allegro raggio che abita il mio cervello
Mi vieta di pensare che un orfano io mi sono.
Fin qui, come un puledro lasciato in abbandono,
Corsi senza sognare avvenir più beato;
Ma or or, te lo confesso — quando tu m’hai parlato,
Bella dama, parlato tanto soavemente,
Un pensier vago a un tratto mi attraversò la mente