Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu/58

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54 fiabe e leggende



IX.


     L’uscio tarlato e nero chiuse a doppia chiave,
E al chiodo che pendeva da una sconnessa trave
Sorrise come al volto di una donna amorosa,
O alle socchiuse foglie di un bottoncin di rosa.
Poi da un angolo trasse una corda sottile,
Milionesima parte d’una che in campanile
Dimagrò stiracchiata da un monaco scortese,
Ora saran tre secoli morto di mal francese.
L’attortigliò, la strinse, montò, l’avvinse al chiodo,
E poi la smunta faccia, muto, cacciò nel nodo...
Ma in quell’istante il sole ruppe una nube in alto,
E un raggio immenso il mondo scese a baciar d’un salto.
Fu il cader di una maschera, cieca, stonata, abbietta,
Che discopra una pura faccia di giovinetta;
Tale il mondo sorrise e le faccio mortali,