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tile in quella parte che non sarà’l resto da quel lato; il quale ha da aguagliare di grossezza l’altra parte del ferro, acciò venga il piede à porsi uguale in terra, & non patisca. Io non senza cagione mi son mosso à dire quanto di sopra si è inteso; & questo perche ho veduto molti fare in contrario del mio parere, & essere causa fra l’altre mali operationi, che havendosi alle volte toccato il cavallo tanto dolore ha egli sentito, che per gran pezzo non ha potuto porre il braccio overo gamba in terra. Et questo ho veduto accadere cosi quando ha havuto tutto il ferro ordinario, come quando è stato senza quel quarto di ferro, che alcuni hoggidì levano come ho detto di sopra. Si che conchiudendo dico, che egli è necessario havere al tutto gran consideratione, & maggiormente quando il cavallo non ha animo ne molta forza. Si dee avertire anchora, che li chiodi della parte di dentro sian ben ribattuti, perche il cavallo andando, tal’hor quasi nel mezo delle braccia, ò gambe si tocca; & molte volte s’offende tanto, che sta un pezzo inanti riponga in terra la gamba, ò braccio offeso; si che l’essere ben ribattuti è d’importantia molta. Et però voglio, che bisognando far tante fossette, quante ribattiture di chiodi saranno per nasconderle, si facciano con un bottone di ferro affoccato, che stando nascoste quelle così non potrà nocere.


Del cavallo, che naturalmente andasse assai sparto. Cap. XXIIII.


ANdando il cavallo naturalmente assai sparto, & volendolo co’l ferrare aiutare alquanto, bisogna fare l’opposito dell’antedetto capitolo, cio è dalla parte di fuori rilevare più il ferro dell’ordinario. Et s’egli non fusse solito portare rampone, far, che lo porti, perche ciò l’aiuterà alquanto. Et volendo porgerli maggior aiuto, s’abbassi più l’unghia di dentro di quello, che si farebbe se non fusse per tal causa; facendo ancho, che in quella parte il ferro non sia troppo grosso; intendendo però, che l’unghia non patisca. Et si può etiandio usare questo istesso modo ne i piedi di dietro, ma avertire cosi ne i piedi dinanzi, come in quelli di dietro, che giovando al diffetto dell’andar sparto con queste cose, che io ho detto essere buone, di non nuocere all’altre parti del piede; le quali potriano essere tanto deboli, che non patirebbero tale incommodo. Si che usandosi, & valendosene l’huomo, faccia il tutto con gran consideratione.


Del conoscere quando l'unghia del cavallo haverà patito, ò patisce per cagione d'essere stato cavalcato senza ferro, & del modo, che si osserva in tal caso. Cap. XXV.


ALle volte accade, che il pie del cavallo patisce quando non ha il ferro, ò che egli è andato senza, & maggiormente quando non v’è uso, & che ha caminato per luoghi sassosi ò montuosi. Et quando alcuno vorrà conoscere se il piede ha patito, ò patisce, voglio per questi sequenti segni se ne certifichi, cioè, se l’unghia si spezza, ò che toccandola sarà più del suo natu-