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canto primo 21

390S’accavallan tra lor, così l’un l’altro
S’avviluppan gli eroi; come dall’alto
Di rotte rupi rotolon cadendo
Due torrenti spumosi urtansi in giostra
Con forti cozzi, e poi con le miste onde
395Van rovinosi a tempestar sul piano;
Sì romorose, procellose, e negre
Inisfela, e Loclin nella battaglia
Corronsi ad incontrar: duce con duce
Cambiava i colpi, uomo con uom, già scudo
400Scudo preme, elmetto elmo, acciar percosso
Rimbalza dall’acciaro: a brani, a squarci
Spiccansi usberghi; e sgorga atro e fumeggia
Il sangue, e per lo ciel volano, cadono
Nembi di dardi, e tronchi d’aste, e schegge;
405Quai circoli di luce, onde s’indora19
Di tempestosa notte il fosco aspetto.
     Non mugghiar d’oceàno, e non fracasso
D’ultimo tuono assordator del cielo,
Può uguagliar quel rimbombo. Ancor se presso
410Fosservi i cento di Cormàn cantori,
Per dar al canto le guerresche imprese,
Pur di cento cantor foran le voci
Fiacche per tramandar ai dì futuri
Le morti degli eroi; sì folti e spessi
415Cadeano a terra, e de’ gagliardi il sangue
Sì largo trascorrea. Figli del canto,
Piangete Sitalin; piangi, Fïona,
Sulle tue piagge il grazïoso Ardano.
Come due snelli giovinetti cervi
420Là nel deserto, essi cadèr per mano
Del feroce Svaràn, che in mezzo a mille
Mugghiava sì, che il tenebroso spirto
Parea della tempesta assiso in mezzo
Dei nembi di Gormàl, che della morte
425Del naufrago nocchier s’allegra e pasce.
     Nè già sul fianco ti dormì la destra,
Sir della nebulosa isola: molte
Del braccio tuo furon le morti, e ’l brando
Era un foco del ciel quando colpisce
430I figli della valle; incenerite
Cadon le genti, e tutto il monte è fiamma.
Sbuffan sangue i destrier; nel sangue guazza
L’unghia di Duronàl, Sifadda infrange
Pesta corpi d’eroi: sta raso il campo
435Addietro lor, quai rovesciati boschi20
Nel deserto di Cromla, allor che ’l turbo
Sulla piaggia passò carco de’ tetri
Spirti notturni le rugghianti penne.