Ma un nembo alfin sorto dal mar la densa
Nebbia squarciò: tutti apparìr repente
D’Inisfela i guerrier schierati, e stretti 155Qual catena infrangibile di scogli
Lungo la spiaggia. — Oh, disse allor l’altero
Dei boschi regnator, vattene o Morla,
Offri pace a costoro, offri quei patti
Che diamo ai re, quando alla nostra possa, 160Piegan le vinte nazïoni, e spenti
Sono i guerrieri, e le donzelle in lutto.
Disse. Con lunghi risonanti passi
Morla avvïossi, e baldanzoso in atto
Venne dinanzi al condottier d’Erina, 165Che stava armato, e gli fean cerchio intorno
Gli eroi minori. — O Cucullino, accetta,
Diss’ei, la pace di Svaràn, la pace
Ch’egli offre ai re, quando alla sua possanza
Piegan le nazïoni: a lui tu cedi 170La verdeggiante Ullina, e in un con essa
La tua sposa, e il tuo can; la dal ricolmo
E palpitante sen bella tua sposa,
Ed il tuo can raggiungitor del vento.
Questi a lui cedi in testimonio eterno 175Della fiacchezza del tuo braccio; in esso
Scorgi il tuo re. — Porta a quel cor d’orgoglio,
Porta a Svaràn, che Cucullin non cede.
Egli m’offre la pace: io offro a lui
Le strade dell’oceano, oppur la tomba. 180Non fia giammai ch’uno stranier possegga
Quel raggio di Dunscaglia; e mai cervetta
Non fuggirà per le loclinie selve
Dal piè ratto di Luan 1. — Vano e superbo
Del carro guidator, Morla riprese, 185Vuoi tu dunque pugnar? pugnar vuoi dunque
Contro quel re, di cui le navi figlie
Di molti boschi trar potrìan divelta
Tutta l’isola tua seco per l’onde?
— Sì quest’Ullina è meschinetta e poca 190Contro il signor del mar, Morla, ei soggiunse,
Cedo a molti in parole, a nullo in fatti5.
Rispetterà la verdeggiante Erina
Lo scettro di Corman6, finchè respiri
Conallo e Cucullin7. Conallo, o primo 195Tra’ duci, or che dirai? pur or di Morla
Le voci udisti; o generoso e prode,
Saran pur anco i tuoi pensier di pace8?