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ed esultante del nunzio, mostra l’importanza della sua venuta. Pure Fingal non è ancor giunto, ma solo annunziato. Il poeta lo riserba per un colpo di maggior efficacia.

(12) Il rimproverarsi le colpe involontarie è l’ultima delicatezza della virtù.

(13) Questa istoria è d’un genere diverso dall’altre, ed interessa in un modo particolare. Ella presenta un eccellente contrasto fra l’amore e l’amicizia. Il carattere di Ferda è veramente tragico. Egli è virtuoso, ma debole, e resta vittima della sua debolezza. Il lettore lo condanna e lo compiange.

(14) In Deugala è rappresentato vivissimamente il modello d’una donna superba, imperiosa ed artificiosa, che abusa della debolezza del suo amante, e lo conduce ad un delitto per un suo vano puntiglio. Questa parte è maneggiata con un’eccellenza che sorprende. Osservisi il tono brusco e tronco con cui parla allo sposo; la precisione, l’imperiosità coll’amante. M’offese, si uccida. - E’ amico. E che perciò? io lo voglio. Poi si viene alla malìa delle lagrime: per ultimo si punge l’amante nella parte più delicata per un eroe, cioè nell’onore. Quante Deugale pronte a rovinar gli amanti per una spilla, non che per un toro! Giovani, in Ferda specchiatevi.

(15) Nell’estremo delle passioni il poeta non mette per lo più che due o tre parole in bocca de’ suoi personaggi; e molte volte egli esprime l’affetto con un silenzio più eloquente d’ogni discorso. Questo è il velo di Timante sul volto d’Agamennone nel sacrizio d’Ifigenia.

Curae leves loquuntur, ingentes stupent.